Più di una volta qualcuno ha scherzato dicendo che: in Iran non c’è acqua. L’affermazione mi è sembrata alquanto stupida e insensata, eppure dietro la battuta si celava la convinzione di questa idea. Ebbene signori e signore, vorrei esprimere un paio di parole riguardo alla fastidiosa certezza di alcuni di “voi”. L’iran è un paese la cui storia affonda le sue radici in quella che è la “preistoria” della civiltà moderna, un flusso costante di inventori, architetti, ingegneri e uomini di lettere che hanno segnato profondamente la loro e la nostra storia. L’Iran vanta un sistema idraulico antichissimo ed efficientissimo che è anche riconosciuto dall’UNESCO. Basti pensare ai famosi qanāt, o al sistema idraulico dello Shushtar (risalente al V secolo a.C), o alle dighe di Isfahan. Le tecnologie idrauliche persiane rappresentano i primi esempi di condotta dell’acqua dopo la Mesopotamia (con i Sumeri) e l’Egitto. Sono da annoverare ancora i mulini e la saqìya, una ruota che veniva utilizzata per sollevare l’acqua e ridistribuirla. Inoltre le città dell’Iran sono ricchissime in quanto a piscine e rubinetti pubblici. Spesso gli abitanti si incontrano intorno a grandi piscine in cui i bambini giocano e nutrono amicizie (vd. Esfahan)
L’uomo trova soluzioni semplici in condizioni difficili
Come funzionano i qanāt?
Il termine qanāt può essere tradotto semplicemente come “scavare” e sono canali sotterranei funzionali al trasporto dell’acqua. Essi furono ideati inizialmente in Persia e poi diffusi fino alla Cina, al Pakistan e nel mondo islamico fino al Marocco, Algeria, Sicilia (vd qanat di Palermo). Venivano costruiti a partire da una falda acquifera importante e scavati con una leggera inclinazione verso il basso che, in questo modo, grazie alla forza di gravità, permetteva all’acqua di raggiungere la destinazione senza evaporare.
E le dighe di Isfahan?
Il ponte Khaju e il Si-o-se pol sono due ottimi esempi di ponti multifunzione, per questo vengono ancora utilizzati come diga e come collegamento. Essi sono provvisti di paratoie che chiudendosi obbligano l’acqua a raccogliersi e sollevarsi facilitandone la distribuzione.
